Servizio della tv francese TF1 sul Caravaggio rubato

In Francia la prima rete televisiva TF1 ha acceso i riflettori sulla “Natività” di Palermo di Caravaggio, rubata nel 1969. Ampio spazio è stato dedicato al tema nell’edizione serale del 21 novembre 2021, nel servizio di Georges Brenier, Clément Biet, Bernard Bédarida e Emmanuel Bliard (il testo che segue è solo in parte un adattamento rispetto a quello originale).

Nella notte piovosa di Palermo, hanno commesso l’irreparabile. Un crimine senza violenza ma dal quale la Sicilia non si è mai ripresa. Il 18 ottobre 1969, alcuni uomini lasciano l’oratorio di San Lorenzo portandosi dietro la Natività, uno dei più bei quadri di Caravaggio, un’opera sacra per tutti i credenti, forse scomparsa per sempre.

Mezzo secolo più tardi, Bernardo Tortorici, presidente dell’associazione Amici dei Musei Siciliani, pensa sempre a quella maledetta notte. Una cicatrice indelebile, che si riapre ogni volta che lui è davanti alla cornice lignea del quadro, disperatamente vuota: “I ladri hanno tagliato perfettamente la tela: non ne resta un solo grammo, nemmeno un centimetro. Secondo me devono essere stati dei professionisti, hanno fatto questo senza lasciare nulla al caso”. Secondo Tortorici, i ladri hanno commesso un crimine contro l’intera umanità e trovare il quadro è la battaglia di un’intera città: “Chi detiene la Natività è sicuramente alla fine della sua vita. Se mi ascolta, che venga davanti al buon Dio a scaricare la sua coscienza, è giunto il tempo di farlo. Come una favola a lieto fine, restituisca ai palermitani e all’umanità questo capolavoro di Caravaggio!”.

Sono passati cinquantadue anni dal furto della Natività. Tuttavia, ancora oggi in Italia, rimane una questione di stato, con tanti poliziotti antimafia a Roma che continuano a cercare il quadro di Caravaggio. L’unica magra certezza è che il furto porta la firma di Cosa nostra. La piovra siciliana non l’ha mai rivendicato, ma diversi mafiosi ne hanno parlato, in particolare al celebre giudice Falcone. L’ex poliziotto Maurizio Ortolan era uno dei più vicini al magistrato assassinato, è lui che ha raccolto alla fine degli anni Ottanta le deposizioni di Francesco Mannoia, un pentito soprannominato Mozzarella per il suo colorito pallido: “Mannoia aveva 17 anni, assieme a un complice avrebbe tagliato la tela, poi l’avrebbe arrotolata in un vecchio camion. Mi ha raccontato di aver mostrato poi il quadro a un mercante d’arte svizzero, ma srotolandolo molti frammenti della pittura si erano staccati e la tela era stata danneggiata. Allora i ladri l’avrebbero bruciata. Mozzarella disse che c’erano tante altre opere d’arte in Italia e quindi… pazienza!”.

Parole inattendibili che non si sono mai potute verificare. Da allora, nuovi pentiti hanno fornito altre versioni ugualmente non riscontrabili: il quadro sarebbe stato mangiato dai maiali, o esposto nella villa di un padrino di Cosa nostra. Negli anni Settanta, la mafia chiese persino un riscatto alla Chiesa e mandò un pezzo della Natività a un prete siciliano, come prova del furto. Ne parla Michele Cuppone, ricercatore e autore del saggio Caravaggio, la Natività di Palermo. Nascita e scomparsa di un capolavoro (Campisano Editore): “È probabile che i mafiosi non abbiano più la tela, né sono documentate richieste di pagamento di un riscatto dopo il 1974. A ogni modo, se loro hanno ancora il quadro potrebbero servirsene per fare pressioni sulle autorità”.

L’inchiesta è internazionale. Anche l’americana FBI ha collocato la Natività al primo posto tra le opere d’arte più ricercate al mondo. Il suo valore ora supererebbe i 100 milioni di dollari. Per questo l’incessante ricerca del quadro mobilita anche il Parlamento italiano. Così Francesco D’Uva, deputato italiano e membro della Commissione parlamentare antimafia della XVII legislatura: “Possiamo comparare questo a un “cold case”, il reato è prescritto per cui i ladri non rischiano niente. Ritrovare quest’opera sarebbe una rivincita per la Sicilia, che attende di voltare le spalle alla mafia”.

Nel 2015 il quadro ha conosciuto una seconda vita. Gli esperti si sono basati su delle foto di bassa qualità per riprodurre Gesù, san Lorenzo e san Francesco come Caravaggio li aveva dipinti quattro secoli prima. Una riproduzione che colma un vuoto sull’altare, ma gli uomini di Chiesa siciliani restano inconsolabili. Cosimo Scordato, sacerdote dell’Arcidiocesi di Palermo, è ancora incredulo: “Aver rubato la Natività… come hanno potuto farlo? Una tale infamia… La maternità, un bambino, una madre… io dico sempre che è inconcepibile, è impossibile farsene una ragione, eppure è stato fatto!”. Padre Cosimo resta aggrappato alla speranza che il colpevole finirà per restituire il capolavoro di un maestro italiano del chiaroscuro. Lui, come molti altri, ha giurato a se stesso di rivedere il quadro originale prima di morire.