Itinerario culturale, alla riscoperta del Caravaggio siracusano

È stato pubblicato da poco il catalogo Caravaggio a Siracusa. Un itinerario nel Seicento aretuseo, a cura di Michele Cuppone e Michele Romano, edito da Le Fate (Ragusa).

L’emittente locale TRIS, in occasione della presentazione del volume avvenuta lo scorso 3 luglio a Siracusa, ha mandato in onda un’intervista di Francesco Nania a Michele Cuppone. Di seguito una trascrizione del servizio tg:

In questi giorni in cui si parla con insistenza della tela del Caravaggio e del trasferimento, prima a Roma all’Istituto Centrale del Restauro e successivamente a Rovereto, c’è chi pensa di far conoscere meglio il Caravaggio a Siracusa e tutti gli altri artisti del Seicento che hanno realizzato opere che oggi costituiscono il patrimonio culturale della città.
Parlate di Caravaggio a Siracusa, ma cosa aggiungere dopo quanto la storia ci ha raccontato?

«Effettivamente il periodo di Caravaggio a Siracusa è povero di testimonianze. Ma qualche ipotesi la facciamo in questo volume. Caravaggio da Napoli va a Malta, e poi in Sicilia. La flotta di galee su cui si imbarca da Napoli a Malta fa sosta a Siracusa, prima del 12 luglio 1607. Quindi probabilmente ci è passato prima di tornarci definitivamente nell’ottobre 1608 e avrà già ritrovato in quell’occasione Mario Minniti, e avrà avviato i primi contatti che si sarebbero rivelati utili successivamente».

Studiare Caravaggio: che emozioni prova e soprattutto che cosa trasmette?

«È sicuramente una grande emozione. Io lego i due aspetti. Quello storico artistico, l’opera in sé: questi capolavori davvero notevoli, di una grande potenza. E anche la vita dell’artista, naturalmente, così breve ma intensa: un artista ‘contagioso’, che veramente ci trasmette qualcosa».

Lei è d’accordo con chi sostiene che l’opera dovrebbe tornare nell’alveo suo [la chiesa di Santa Lucia al Sepolcro, ndCN]?

«Questo, ci tengo a precisare, è un lavoro di ricerca iniziato in tempi non sospetti rispetto al progetto di mostra a Rovereto, quindi non vorremmo entrare… lasciamo ad altri questo. Noi ci siamo concentrati sullo studio, sulla ricerca. Tra l’altro posso anche segnalare un lavoro specifico sulle copie del Seppellimento di santa LuciaÈ un quadro che ha avuto una notevole fortuna copistica, è stato copiato più volte. E per la prima volta noi pubblichiamo delle foto tutte a colori, di copie anche finora praticamente sconosciute, che si trovavano e si trovano ancora a Ragusa, nel Messinese…».