Caravaggio il mistero della Natività mai ritrovata

Il quotidiano “la Repubblica”, nell’edizione Napoli odierna, dedica uno spazio al volume di Michele Cuppone “Caravaggio. La Natività di Palermo. Nascita e scomparsa di un capolavoro” (Campisano Editore). L’articolo di Vittorio Gennarini.

Poco più di cinquant’anni fa, esattamente il 19 ottobre del 1969, scomparve misteriosamente da Palermo, dall’Oratorio di San Lorenzo, uno dei dipinti più straordinari di Caravaggio: e da quella notte piovosa d’autunno in cui la tela, una “Natività del Cristo”, fu trafugata, non se n’è saputo più nulla di certo. La vicenda rimane un mistero che ha alimentato la fantasia di scrittori come Leonardo Sciascia e Andrea Camilleri. Anche Giovanni Falcone, informato dell’inchiesta seguita alla denuncia al Nucleo Tutela Patrimonio Artistico dei carabinieri nei giorni immediatamente successivi, affermò nel 1989 trattarsi di una perdita gravissima dell’arte italiana e mondiale. Ora lo studioso Michele Cuppone ritorna sulle dolenti note con un saggio riccamente illustrato e ben documentato su quest’opera di Caravaggio dal titolo appunto “La Natività di Palermo. Nascita e scomparsa di un capolavoro”.

In verità, il buio più fitto avvolge tuttora il ritrovamento di questo magnifico presepio caravaggesco, ma l’autore, d’accordo con Maurizio Calvesi, Nicola Spinosa e Vittorio Sgarbi, adduce tutta una serie di fondate motivazioni in base alle quali non è più legittimo dubitare del fatto che la “Natività” sia stata realizzata a Roma, negli anni d’oro della creatività del Merisi, e non a Palermo. Più tardi avverrà la tragedia che sconvolgerà la vita del Caravaggio e la sua stessa tecnica artistica diventerà più concitata e drammatica. Scrive Cuppone: a Roma, “il 28 maggio 1606, in uno scontro armato presso un campo di pallacorda, ferisce a morte il rivale Ranuccio Tomassoni”. E conclude, (Caravaggio) “è costretto ad abbandonare la città che, sotto la minaccia della pena capitale, non rivedrà mai più”. Nel settembre trova rifugio a Napoli, dove dipingerà le “Sette opere di misericordia”. E, per quanto riguarda noi oggi, chissà se rivedremo mai più il capolavoro caravaggesco, come pure Sgarbi auspica: il libro fa menzione della relazione n.44 approvata dalla Commissione Antimafia il 21 febbraio 2018 registrata come “Il furto della ‘Natività’ di Caravaggio”, ma lo stesso studioso ammette che, passando da un capo mafioso a un altro, dalle dichiarazioni di un “pentito” a quelle di un suo compare, sembra di assistere alla fine alle puntate puerili e inconcludenti di una interminabile “storytelling”. Possiamo solo sperare che un caso fortunato aiuti le forze dell’ordine a scoprire il luogo in cui è nascosto questo capolavoro del genio caravaggesco e questa testimonianza ancora serena della sua vita tormentata.